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Cultura e pratica psichiatrica nella medicina di base. Una indagine sui medici di Bari

Published online by Cambridge University Press:  11 October 2011

Giuseppe Sebastiani
Affiliation:
Clinica Psichiatrica II, Istituto di Psichiatria, Università di Bari, Bari
Annalisa Falcone
Affiliation:
Clinica Psichiatrica II, Istituto di Psichiatria, Università di Bari, Bari

Summary

Objective - To collect data on the interface between general practice and psychiatry in Southern Italy and to shed light on attitudes, opinions and behaviours of general practitioners regarding psychological/psychiatric problems. Design - Postal questionnaire survey on the management of patients with psychological/psychiatric problems and on its correlation with demographic and other professional characteristics of the partecipant physicians. Setting - General practices in Bari (a Southern Italy's town). Main outcome measures - Comparison between responders and total population using chi-square test and percentages of answers to the different questions. Results - 20% of practition- ers returned the questionnaire, with a significantly higher number of those who specialized than in the total population. Training activities in psychiatry, demanded by 94% of the sample practitioners, are quite regularly pursued by no more than 13% of them actually. 56% report a 10-30% psychiatric morbility in their practices. Only 19% do agree to regard law 180 as «a real advancement in psychiatric care». 53% use to refer to the pychiatrist less than 10% of their psychiatric patients (60% of these showing anxious-depressive symptoms). 25% of psychosomatic disorders are prescribed an antispasmodic drug while «cerebroactive» and «tonic» (non-specific) compounds are respectively used in 75 and 23% of cases of psychic fatigue and poor cognitive performance. Conclusions - The data obtained may be not easily applied to the general source population due to the low percentage of responders. According to the sample, the perception of the difficulties in the management of psychic disturbances (which are still very common in the everyday practice), the demand for larger opportunities of specific training and of co-operation with psychiatrists (differently from the presently poor interaction) and the need of a greater rationalization of pharmacological treatments seem worth being underlined.

Riassunto

Scopo - Fornire informazioni sui rapporti tra medicina generale e psichiatria nelFItalia meridionale, facendo luce su attitudini, opinioni e comportamenti dei medici di base inerenti a problemi e situazioni di carattere psichiatrico o, in generale, emotivo. Disegno - Invio di un questionario contenente domande sulla gestione dei pazienti portatori di problemi psicologico/psichiatrici in relazione alle variabili demografiche e di formazione professionale dei medici stessi. Setting - Medicina di base di Bari. Principali misure utilizzate - Confronto fra le caratteristiche dei medici che hanno risposto al questionario e quelle della popolazione totale mediante il test del chi-quadrato nonché percentuali di risposte alle varie domande. Risultati - Ha restituito il questionario circa il 20% dei medici, fra i quali il numero di soggetti in possesso di specializzazione(-i) è significativamente maggiore che nella popolazione totale. Le attività formative in campo psichiatrico, ritenute necessarie dal 94% dei partecipanti, sono peraltro piu regolarmente praticate da non oltre il 13% degli stessi. Il 56% dei medici stima la morbilità psichiatrica nel 10-30% delle visite. Soltanto il 19% dei partecipanti è d'accordo nel considerare la legge 180 «un salto di qualita nell'assistenza del paziente psichiatrico». Il 53% dei medici inviano i pazienti allo psichiatra in meno del 10% dei casi (il 60% delle volte per problemi di tipo ansioso-depressivo). Nel 25% circa dei disturbi psicosomatici vengono prescritti antispastici, mentre «cerebroattivi» e «ricostituenti» sono utilizzati rispettivamente nel 75 e 23% delle condizioni di astenia psichica e scadimento della performance intellettuale. Conclusioni - La bassa percentuale di medici che hanno risposto al questionario limita la generalizzabilità dei dati ottenuti. In base al campione raccolto sembrano comunque doversi sottolineare la percezione della difficoltà di gestire il disagio emotivo (peraltro di comune riscontro nella pratica quotidiana), l'esigenza di disporre di piu ampie opportunita di formazione specifica e di coUaborazione con gli psichiatri (a fronte della scarsa integrazione attuale) e la necessità di una maggiore razionalizzazione dei trattamenti farmacologici.

Type
Comunicazioni
Copyright
Copyright © Cambridge University Press 1993

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