In this note I argue that the generally accepted view that Diodorus preserved a tradition which limited the fourth-century anarchy in Rome to one year is groundless, and that the author’s confused chronology of the Early and Middle Republic strongly suggests that in the source he followed the solitudo magistratuum lasted several years, as in other reports.

We established a database of 14C dates from archaeological sites of the Central Andes region of Peru, Ecuador and Bolivia on an IBM PC-compatible microcomputer running on an MS-DOS operating system using software package dBASE IV, version 1.1. Relevant data are stored in three DBF-type database files. The file ANDY.DBF contains information on dates and samples; REFERENC.DBF contains references to relevant publications and CALAND.DBF contains calibrated dates. The total number of records of the ANDY database slightly exceeds 2650.

Nell'articolo si esamina il motivo del sacco dell'Epiro nel 167 a.C., ordinato dal Senato e eseguito da Lucio Emilio Paolo. Non sonso convincenti recenti spiegazioni che ricercano questo motivo nelle ragioni politiche o nel ricordo dell'invasione di Pirro. Per spiegare una decisione che ebbe come effetto la più grande caccia all'uomo nella storia di Roma (150 000 prigionieri), bisognerebbe considerare la grande richiesta di mano d'opera di schiavi, conseguenza dello sviluppo dell'economia schiavistica in Italia dopo la scconda guerra punica. Secondo l'autore il sacco dell'Epiro deve essere messo in relazione alia diminuzione della popolazione di schiavi in Italia, causata dalla grande pestilenza del 175–174 a.C. Questo deficit fu ulteriormente aggravato dalla politica conciliatoria propugnata dal Senato nei confronti degli stati confinanti in vista della prossima guerra con Perseo e dagli insuccessi dei primi anni della guerra macedone. La decisione del Senato mirava a risolvere la carenza di schiavi in Italia: la scelta cadde sull'Epiro perchè esso era l'ultima tappa del viaggio di Paolo, esecutore dell'ordine senatoriale, e vicino ai grandi porti di Brindisi e Taranto.