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The Principle of Utility: the Contribution of Ferdinando Galiani

Published online by Cambridge University Press:  20 December 2011

F. C. Spooner
Affiliation:
Fellow of Christ's College, Cambridge
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Abstract

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Note
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Copyright © Cambridge University Press 1956

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References

1 Halévy, Élie, The Growth of Philosophic Radicalism (London, 1928).Google Scholar

2 J. Bowring, The Works of Jeremy Bentham, X, p. 54, cited by W. Harrison in his edition of A Fragment on Government, and an Introduction to the Principles of Morals and Legislation (Oxford, 1948), pp. XIX—XX.Google Scholar Charles Louis de Secondat, Baron de la Brède et de Montesquieu (1689–1755), published his De l'Esprit des Lois in 1748. Claude-Adrien Helvétius (1715–71) published his De l'Esprit in 1758; his early poem Le Bonheur was printed posthumously.

3 Galiani, Ferdinando, Delia Moneta (1st ed., Naples, 1751Google Scholar; 2nd ed., 1780), ed. Fausto Nicolini (Bari, 1915).

4 Ibid, commentary, p. 371. Cesare Bonesana, Marquis of Beccaria (1738–94), published his Dei delitti e delle pene in 1764.Google Scholar

5 Diodati, Luigi, Vita dell'Abate Ferdinando Galiani (Naples, 1788), p. 57.Google Scholar

6 The original Italian as printed in Nicolini's edition pp. 28–29 reads as follows: ‘Utilità’ 10 chiamo l'attitudine che ha una cosa a procurarci la felicitá. È l'uomo un composto de passioni, che con disuguale forza lo muovono. II soddisfarle è il piacere. L'acquisto del piacere è la felicitá. Nel che (perche 10, non essendo epicureo, non voglio neppure parerlo) mi si permetta che mi spieghi alquanto e dall'intrapreso argomento mostri di declinare. Egli è da awertire che quell'appagamento d'una passione, che ne punge e ne molesta un'altra, non è compito piacere; ma anzi, se la molestia che dá è maggiore del piacere, come vero male e dolore conviene che s'abborrisca. Se il dolore è meno del piacere, sará un bene, ma tronco e dimezzato. Questo cammina cosf riguardo a' piaceri di questa vita assolutamente considerata, come se insieme coll'altra eterna se rimira. È a noi (grazie alia provvidenza) manifesto che dopo questa viveremo un'altra vita, i piaceri o i dolori della quale colle operazioni della presente sono strettamente congiunti. Or dunque, non mutando da quel che ho detto, i piaceri di questa vita, che a que' dell'altra non nuocono, sono veri e perfetti; ma que', che in quella vita produrranno pena (essendo la disparitá fra i piacere e le pene dell'una vita e dell'altra innnita), sia pur grande quanto si voglia il gusto di qua e piccolo il male di lá, sempre saranno mentiti piaceri e bugiardi. Se questa dichiarazione, che pur molte righe non occupa, si facesse da ognuno, l'antichissimo litigio, che è fra gli epicurei e gli stoici, fra la voluttá e la virtù, non si sarebbe udito, e o avrebbero avuto torto gli stoici, o si saria conosciuto che solo nelle parole insensatamente si disputava. Ritorno onde partii.

Utile è tutto quello che produce un vero piacere, cioè appaga lo stimolo d'una passione. Or le nostre passioni non sono già solamente il desiderio di mangiare, di bere, di dormire. Sono queste solamente le prime, soddisfatte le quali, altre egualmente forti ne sorgono. Perché l'uomo è cosf costituito, che, appena acquetato che egli ha un desio, un altro ne spunta, sempre con forza eguale al primo lo stimola; e cosf perpetuamente è tenuto in movimento, né mai giunge a potersi intieramente soddisfare. Perciò è falso che le sole cose utili siano quelle che a' primi bisogni della vita si richieggono: né, fra quel che ci bisogna e quel che no, si può trovare il limite ed i confini: essendo verissimo che, subito che si cessa d'aver bisogno d'una cosa ottenendola, si comincia ad averne d'un'altra desiderandola.

7 Jeremy Bentham (1748–1832) first printed the Introduction to the Principles of Morals and Legislation in 1780.Google Scholar