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GOVERNO, PRIMO MINISTRO, ALTA AMMINISTRAZIONE

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

Nel dibattito scientifico e politico in Italia e sull'Italia, nei primi anni Ottanta, viene sovente indicata l'esigenza di rafforzare e modernizzare il sistema di governo. A connotare il problema s'è anche coniato e diffuso un neologismo: «governabilità». In questo scritto prendo, innanzi tutto, in esame le più significative proposte di riforma del sistema di governo, che richiedono modifiche costituzionali. Non mi occupo, quindi, di quelle riforme, pure suscettibili di incidere sul sistema complessivo di governo, che non richiedono per la loro attuazione modifiche della Costituzione, come le possibili riforme elettorali. Considero, invece, alcune proposte volte a cambiare i modi di elezione e i poteri del Capo dell'Esecutivo, o l'intero sistema costituzionale di Governo.

Type
Research Article
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

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References

1 Uso i termini «Primo Ministro» e «Capo del Governo» invece di «Presidente del Consiglio», per connotare la propensione al rafforzamento del ruolo del Capo dell'Esecutivo, che le proposte esaminate presentano. Uso indifferentemente i termini «Corte Costituzionale» e «Suprema Corte».Google Scholar

2 Shaw, M., Lees, J., Commissioni legislative e sistema politico , in «Rivista Italiana di Scienza Politica», IV (1974) n. 1. Su alcune tendenze involutive segnalatesi soprattutto durante la presidenza Carter, cfr. Pasquino, G., Un caso di ingovernabilità: gli Stati Uniti d'America, in «Il Mulino», 1979, n. 6. Di R.P. Neustadt si vedano Presidential Government, in International Encyclopedia of the Social Sciences, New York, Macmillan Free Press, 1968, vol. 12, e Presidential Power: The Politics of Leadership, New York, Wiley, 19763 .Google Scholar

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7 Amato, G., Una repubblica da riformare. Il dibattito sulle istituzioni dal 1975 ad oggi , Bologna, Il Mulino, 1980.Google Scholar

8 Ibidem , pp. 191–2.Google Scholar

9 Che nei primi anni Ottanta ha egemonizzato tra l'altro la proposta istituzionale complessiva del PSI.Google Scholar

10 «Gruppo di Milano», Verso una nuova costituzione , 2 voll., Milano, Giuffré, 1983. La parte introduttiva della ricerca è stata pubblicata da Miglio, G. in volume a sé stante, con il titolo Una repubblica migliore per gli italiani, Milano, Giuffré, 1983.Google Scholar

11 I contributi più rilevanti ai fini del nostro discorso sul sistema di governo, tra quelli pubblicati nei volumi del «Gruppo di Milano», sono Galeotti, S., La debolezza del governo nel meccanismo costituzionale. Saggio sulla bassa capacità decisionale del sistema politico italiano , vol. I e Per il rimodellamento della forma di governo in ‘governo di legislatura’ , vol. I, Pizzetti, F., Il rapporto tra democrazia politica e democrazia corporata, vol. I, Bognetti, G., La corte costituzionale come garante della costituzione, vol. II, e il contributo di G. Miglio, citato.Google Scholar

12 L'art. 34 della Costituzione della V Repubblica recita «La legge è votata dal Parlamento. La legge fissa le regole concernenti» una serie di materie tassativamente elencate, tra le quali i diritti civili, i crimini e le pene, la tassazione, il sistema elettorale, la nazionalizzazione di imprese o il loro passaggio al settore pubblico. La legge inoltre «determina i principi fondamentali» del diritto civile, sindacale e della sicurezza sociale, dei diritti reali, delle amministrazioni locali, della Difesa Nazionale e dell'insegnamento. L'art. 37 recita «Le materie diverse da quelle di dominio della legge hanno un carattere regolamentare». Per una rassegna della giurisprudenza, cfr. Les articles 34, 37 et 38 de la constitution de 1958, Documents d'etudes-Droit constitutionnel et institutions politiques, Paris, La documentation française, 1973.Google Scholar

13 Fisichella, D., Elezioni e democrazia , Bologna, Il Mulino, 1982, cfr. supra, nota 5, Lombardo, A., La crisi delle democrazie industriali, Firenze, Vallecchi, 1977, cap. 8.Google Scholar

14 Sartori, G., European Political Parties, The Case of Polarized Pluralism , in La Palombara, J., Weiner, M. (a cura di), Political Parties and Political Development , Princeton, Princeton University Press, 1966 e, dello stesso autore, Teoria dei partiti e caso italiano, cit. (che riporta il saggio del 1966). Cfr. anche Elia, L., La forma di governo dell'Italia repubblicana, nel volume a cura di Farneti, P., Il sistema politico italiano, Bologna, Il Mulino, 1973.Google Scholar

15 Secondo Sabino Cassese, all'inizio degli anni Ottanta rientrano tra i funzionari politici o di nomina politica «Nell'insieme, i presidenti delle giunte regionali e provinciali, i sindaci, gli assessori regionali e provinciali (che) sono non meno di 40.000 unità, alle quali vanno aggiunti 80 tra ministri e sottosegretari per un totale di circa 41.000 persone… gli amministratori di 41.000 enti pubblici (che) ammontavano nel 1977 a 419.329 unità … (infine) i rappresentanti di gruppi e categorie, circa 50.000 persone inserite in collegi, consigli, commissioni e comitati con funzioni consultive di organi di amministrazione attiva a livello statale, regionale ecc. (i rappresentanti di associazioni sindacali sarebbero, da soli, non. meno di 26.000)». Cassese, S., Il sistema amministrativo italiano , Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1982, pp. 9293.Google Scholar

16 Galeotti, S., Per il rimodellamento della forma di governo in ‘governo di legislatura, cit. Il modello citato era stato proposto nelle sue grandi linee da Galeotti all'inizio degli anni Settanta, e discusso in alcune tavole rotonde. Cfr. spec. il dibattito La costituzione e la crisi, con interventi di Crisafulli, , Sandulli, , Mortati, , Ferrari, , Galeotti, , La Pergola, , in «Gli Stati», gennaio 1973.Google Scholar

17 Nel volume La grande riforma. Governo, Istituzioni, Partiti , in corso di stampa, distinguo due grandi fasi della storia politica repubblicana italiana: quella della «partitocrazia verticistica», caratterizzata dal controllo dei vertici dei partiti di maggioranza sulle rispettive basi, e dal controllo da parte dei partiti di maggioranza su quasi tutte le organizzazioni amministrative, parastatali, sindacali, tutte a loro volta centralizzate su scala nazionale, e una fase successiva (1969–79) caratterizzata da un massiccio trasferimento del potere dal vertice alle fasce intermedie e alla periferia all'interno dei partiti, e dai partiti di maggioranza ai sindacati, all'opposizione, ai governi locali. Analizzo l'ultimo quinquennio come un periodo di transizione nel quale affiorano alcune tendenze a un ritorno agli assetti della «partitocrazia verticistica».Google Scholar

18 Sul Parlamento italiano nel sistema politico, cfr. Di Palma, G., Surviving without Governing. The Italian Parties in Parliament , Berkeley, University of California Press, 1977, Trad. it. Sopravvivere senza governare, Bologna, Il Mulino, 1978. Sulla classe politica parlamentare, Cotta, M., Classe politica e parlamento in Italia 1946–76, Bologna, Il Mulino, 1979. Sui governi, cfr. ancora Cassese, S., Esiste un governo in Italia?, Roma, Officina edizioni, 1980, Calise, M., Mannheimer, R., Governanti in Italia. Un trentennio repubblicano 1946–76, Bologna, Il Mulino, 1982.CrossRefGoogle Scholar

19 Tamburrano, G., Perché solo in Italia no? , Roma, Laterza, 1982. Su argomenti in parte analoghi, cfr. Pasquino, G., Degenerazioni dei partiti e riforme istituzionali, Roma, Laterza, 1982.Google Scholar

20 Berger, S., The French Political System, nel volume a cura di Beer, S., Ulam, A., Berger, S. e Goldman, G., Patterns of Goverment. The Major Political Systems of Europe , New York, Random House, 1973 3 ; Debbasch, C., L'administration au pouvoir. Fonctionnaires et politiques sous la V e République, Paris, Calmann-Lévy, 1969, Ridley, F. e Blondel, J., Public Administration in France, London, Routledge e Kogan, 1964, Suleiman, E.M., Politics, Power, and Bureaucracy in France. The Administrative Elite, Princeton, Princeton University Press, 1974, Gremion, C., Profession: decideurs. Pouvoir des hauts fonctionnaires et reforme de l'Etat, Paris, Gauthier, 1979.Google Scholar

21 Come ricorda Sartori, G., in Teoria dei partiti e caso italiano , cit., cap. V, Ingegneria politica e sistemi elettorali. Google Scholar

22 Cfr. Cassese, S., Il sistema amministrativo italiano , cit., Crozier, M., Il fenomeno burocratico , Milano, Etas Kompass, 1969, Visentini, L. (a cura di), Lavoro, professionalità e carriera nella pubblica amministrazione, Milano, Angeli, 1982, i contributi del numero (3, 1983) de «il Mulino»» dedicato alla Pubblica amministrazione per la parte critica, specie di Cassese, S. e Dente, B.Google Scholar

23 Utili considerazioni ancora in Aberbach, J.D., Putnam, R.D., Rockman, B.A., Bureaucrats and Politicians in Western Democracies , Cambridge Mass., Harvard University Press, 1981, Daalder, H., Mair, P. (a cura di), Western Europeans Party Systems. Continuity and Change, London-Beverly Hills, Sage Publications, 1983, e in Di Palma, G., Governo dei partiti e riproducibilità democratica, in «Rivista Italiana di Scienza Politica», XII (1983). Nel 9° Capitolo del citato volume La Grande Riforma. Governo, Istituzioni Partiti, Milano, SugarCo, 1984, svolgo la tesi secondo la quale una delle principali pre-condizioni dell'alternanza al governo centrale di forze politiche contrapposte, in Europa occidentale è costituita dall'esistenza di Alte Amministrazioni dotate di autonomia, prestigio e poteri.CrossRefGoogle Scholar