Antonio Bruni. “La Rosa. Oda.” From Le Tre Gratie. Rime del Bruni. Rome: Ottavio Ingrillani, 1630, 225–36.

225. Argomento.

Nella contesa de'Fiori, per ottenerne co'titoli reali il primato, non è disconvenevole il gareggiamento di due celebri Poeti di questo secolo; l'uno de'quali sù la riva del patrio Mischio, e l'altro sù le sponde del natìo Sebeto, il vanto, e la corona alla Rosa con molta ragione già concedettero; mentre ne'loro stili tutti i fiori dell'eloquenza s'ammirano. Però stimi il Mondo la presente mia poesia nel medesimo soggetto dettata, più tosto, per temerità della mia penna, che per legitima fattura della mia Musa: non devendo cantar della Rosa, già sacra al culto de gli altari di Venere, altri, che alcuno de' Cigni, già eletti non meno al giogo amoroso del suo carro, che alla soave armonia delle sue lodi. Oltre che, malamente hò potuto bagnare anch'io col mio inchiostro quel fiore; che, come fù degno d'esser tinto delle porpore pretiose della Madre de gli Amori, così è destinato à ber sempre gli alimenti di vita dalle rugiade, che sono alimento celeste.